ATTENZIONE... UN CONSIGLIO A TUTTI I MOTOCICLISTI CHE VOGLIONO NOLEGGIARE UNA MOTO IN MADAGASCAR... NON RIVOLGETEVI ALLA TRACES... LEGGETE IL RACCONTO E CAPIRETE IL MOTIVO!!!
15) 15/16 luglio 2013 Maevatanana > Antananarivo 350 km.
15) 15/16 luglio 2013 Maevatanana > Antananarivo 350 km.
-18.907893$47.521320$MADAGASCAR IN MOTO 2013 – Partiamo
presto da Maevatanana, quando l’aria è ancora frizzante, a bordo della nuova
Africa Twin che i meccanici della Traces ci hanno portato col pick-up dalla capitale
Antananarivo (vedi post precedente). La moto ha una bella colorazione rossa e blu, ha un
sound piacevole e sembra che il motore sia più allegro di quella precedente,
insomma, a parte che la trovo leggermente più altina, sono contento di questa
Africa che dovrebbe essere anche di un paio d’anni più giovane rispetto a
quella bianca che abbiamo avuto fino a ieri. La strada è la stessa che avevamo
fatto tre settimane prima all’andata e anche se inizialmente non eravamo
contenti di dover percorrere due volte lo stesso percorso, dobbiamo ammettere che non è monotono come
pensavamo, infatti facendolo in senso inverso si vedono luoghi e panorami da
un’altra prospettiva, magari anche la luce del sole è differente, donando così
alle montagne colori più o meno caldi e intensi in base all’ora del giorno.
Facciamo la sosta pranzo presso un piccolo villaggio di montagna, qui fa
freddo, i camini sono accesi, la gente è coperta, si mangiano cibi calorici tipo i piedini del maiale lessati o lo zebù in umido, l’anatra arrosto
piuttosto che la salsiccia alla griglia, tutto davvero ottimo. Ormai siamo già
sull’altopiano, nel versante nord rispetto alla capitale e manca poco per
arrivare ad Antananarivo, infatti le capanne di paglia hanno lasciato il posto
alle tipiche case di fango, alte e strette, con finestre molto piccole in modo
che il calore del fuoco non si disperda. Ricordiamo ai lettori che qui luglio e
agosto è inverno, dato che il Madagascar
si trova nell’emisfero australe con stagioni inverse rispetto alle nostre. Man
mano che procediamo e ci avviciniamo alla capitale il traffico aumenta e avanziamo a rilento, anche a
causa dell’enorme quantità di gente che si riversa sulle strade. Si attraversano mercati pieni di vita e i numerosi taxi brousse
collettivi continuano a fermarsi per caricare nuovi clienti creando un caos
inimmaginabile. Alle 14 in punto finalmente riusciamo ad arrivare presso la sede della
Traces, la compagnia di noleggio moto che ci ha fornito la Honda Africa Twin. Incredibile, nonostante tutto abbiamo spaccato il
centesimo di secondo e siamo in perfetto orario con l’appuntamento che avevamo
con il titolare del moto-noleggio. Avremmo anche potuto tirare dritto e proseguire verso sud,
ma ci tenevamo a ringraziarlo personalmente per averci sostituito la vecchia moto
che non voleva più saperne di partire. E invece succede una cosa che mai
avremmo immaginato. Ad attenderci c’è il figlio del proprietario, premetto che
sono francesi di origine corsa e non malgasci, il quale ci mette davanti una
fattura con il conto da pagare per la trasferta dei 3 meccanici e della benzina
consumata per essere venuti a Maevatanana (700 km a/r) per portarci la moto
sostitutiva… e non solo… ci mettono fuori il conto anche per aver fatto 2mila
km (tra andata e ritorno) quando sono venuti a vedere la moto il giorno che
avevamo bucato. Gli spiego che noi in quell’occasione non li avevamo chiamati e
che abbiamo provveduto da soli al trasporto della moto su di un camion presso
un gommista e alla sua riparazione. Gli spiego anche che non spetta a noi
pagare per il trasporto della moto sostitutiva in quanto non è colpa nostra se la
prima moto un bel giorno si è guastata. Gli spiego che al posto della assurda
richiesta di danaro si sarebbero dovuti semplicemente scusare per averci dato
una moto non in ordine, lasciandoci poi proseguire per la nostra strada, e
invece no, non hanno ascoltato niente di quello che gli ho detto… mi hanno
risposto che se volevamo continuare a tenere la moto avremmo dovuto pagare il
conto oppure si sarebbero trattenuti la nostra cauzione di 1000 euro che
avevamo lasciato loro il giorno che avevamo ritirato la moto. Dopo 2 ore di
discussioni con i capi della Traces, abbiamo capito di essere caduti in mano a
dei ladri truffatori e che se saremmo rimasti in mano loro la situazione poteva
peggiorare con richieste di altro denaro. Schifati dal loro comportamento e con
lo stomaco che da un momento all’altro avrebbe rigettando il pranzo del
mezzogiorno sulla scrivania del titolare della Traces decidiamo di scaricare
tutti i nostri bagagli dalla moto e di andarcene via, litigando ancora per
cercare di riavere almeno una parte dei soldi lasciati come deposito, alla fine
riusciamo ad ottenere indietro 700 dei nostri euro ma perdiamo tutto il danaro
pagato in anticipo per la rimanenza dei giorni di noleggio non goduti (25 gg su
50)!!! Un avviso per chi volesse noleggiare moto in Madagascar: siamo arrivati
a Traces perché sembrava una compagnia seria e così doveva essere fino a pochi
mesi fa, quando era in mano al vecchio proprietario. Proprio mentre noi
trattavamo il noleggio dall’Italia, la compagnia è stata ceduta e rilevata da
questi poco di buono che tra l’altro hanno molti interessi anche in altri campi e
nessuna competenza in questo settore, ma tutto questo l’abbiamo saputo solo
oggi!!! Una valida alternativa pensiamo possa essere MOTOSTORE MG gestita da
Paolo Preve (paolopreve@motostore.mg) insieme a François Serrano (il vecchio proprietario di Traces),
purtroppo non abbiamo potuto usufruire dei loro servizi perché abbiamo
conosciuto Paolo Preve solo poche ore prima di salire sulla scaletta dell’aereo
che ci avrebbe riportati in Italia, ma ci ha fatto un’ottima impressione, molto
gentile e disponibile, abbiamo parlato con lui nella sede di MOTOSTORE MG e
speriamo di avere ancora l’occasione di incontrarlo in Madagascar per un nuovo
tour con una delle sue moto!!!
Ma torniamo a dove eravamo rimasti, nel cortile di
quei ladri della Traces, con tutti i nostri bagagli per terra, i vestiti da
moto, i caschi, gli stivali, un po’ di scatolette da mangiare nelle soste in mezzo
al nulla, qualche souvenir comprato i giorni scorsi e soprattutto con ancora
mezzo viaggio da compiere!!! In questi casi non bisogna perdersi d’animo,
occorre cercare di trovare subito una soluzione, telefoniamo immediatamente a
Malala, moglie di Mahery (maheryt@yahoo.fr), l’amico malgascio che avevamo interpellato via email
dall’Italia nei mesi scorsi per chiedere consigli sullo stato delle strade che
avremmo dovuto percorrere da soli in moto. Lui ci era stato presentato dagli
amici viaggiatori Diego e Annalisa che cogliamo l’occasione di salutare e
ringraziare. Mahery di mestiere fa la guida e il driver ed in questo momento è
in giro con dei clienti, ricordo ancora i suoi preziosi consigli ricevuti mesi
addietro, poi tra l’altro, sia lui che Malala parlano correttamente l’italiano
e questo è magnifico per evitare incomprensioni in quello che si è subito
presentato come un viaggio tutt’altro che semplice da organizzare. Malala ci
risponde al telefono dicendoci di aspettarla che sarebbe arrivata di li a poco
a bordo di un taxi. Le raccontiamo l’accaduto e le spieghiamo quali sono i nostri programmi e quello che
abbiamo intenzione di visitare per continuare il nostro viaggio in Madagascar. Non vogliamo perdere nulla dei luoghi che avevamo in mente e nemmeno alterare
il giro programmato nei mesi precedenti la partenza, così apriamo la nostra carta
geografica e le diamo queste indicazioni. Gentilissima ci accompagna in albergo
e ci dice di stare tranquilli che la sera avrebbe sentito suo marito Mahery e
ne avrebbero parlato, poi ci saremmo rivisti il giorno dopo per andare insieme
a fare due passi in giro per Antananarivo e a fare denuncia alla polizia contro
la Traces. Quando arriva, Malala ha in mano un foglio di carta con scritto
esattamente i posti che noi le avevamo indicato e le date dei giorni delle
varie tappe dove passare la notte, siamo felici quando ci comunica che il giro
proseguirà senza intoppi e che ci aiuterà nella prenotazione dei mezzi di
trasporto tipo la barca per la discesa del fiume Tsiribihina o il treno che
dalle montagne dell’altopiano scende verso la costa est dell’Oceano Indiano.
Nessun problema per la 4x4 nonostante la stagione avanzata, penserà a tutto
lei, inoltre ci da un’altra bella notizia, cioè che tra una settimana, quando
saremo nei pressi di Morondava incontreremo anche suo marito Mahery. Pranziamo
insieme a lei in un ristorantino malgascio e poi andiamo a cambiare dei soldi
alla borsa nera dove applicano un cambio più favorevole rispetto alla banca,
unico problema è che occorre andare con uno zaino in quanto ci danno una
montagna di banconote e non è simpatico girare per la capitale Tana con tutti
quei soldi in contanti addosso!!! Rientriamo in albergo nel tardo pomeriggio
per riorganizzare i bagagli visto che ripartiremo domattina presto e porteremo con noi solo lo stretto necessario lasciando tutto il materiale e l'abbigliamento da moto a casa
dei gentilissimi Malala e Mahery, grazie amici per averci aiutato a continuare
il viaggio con serenità!!!www.pinuccioedoni.it
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